Autobiography di Makbul Mubarak

AUTOBIOGRAPHY

Autobiography è l’opera prima del regista  Makbul Mubarak entrata in concorso nella sezione Orizzonti di Venezia 79, vincitrice del Premio FIPRESCI. Il film corre su un inquietante plot incentrato sul conflittuale rapporto tra il giovane  Rakib ed il vecchio generale  Purna, nel quale riecheggiano indirettamente le riflessioni del regista circa la realtà storica dell’Indonesia di Suharto . “Autobiography è un’indagine sentimentale sulla mia adolescenza, sul mio paese e sui valori in cui sono cresciuto” dichiara il regista, ma tra le righe del film riflette lungamente sul significato di lealtà, vissuta dal padre verso lo Stato. . Il valore di lealtà, assume un sapore devozionale con il giovane Rakib, un semplice custode di una lussuosa dimora, che precipita tra le maglie del nefando potere esercitato dal discutibile generale Purna. L’uomo è tornato nel villaggio con l’intento di farsi rieleggere sindaco. Giorno dopo giorno, il solitario Rakib si identifica sempre di più con le visioni di Purna, diventando suo leale assistente nella vita e nel lavoro. Il generale manipola l’ingenuo  Rakib gratificandolo con quelle attenzioni mai vissute dal ragazzo, in quanto il padre è in carcere ed il fratello lavora a Singapore. Lo chiama spesso figliolo, insegnandogli oltre a sparare anche a giocare a scacchi ed il giovane lo ricambia con una cieca obbedienza. Il regista fotografa  dimensioni sociali alienate e la bieca campagna elettorale di Purna, si fonda su ingannevoli promesse di ricchezza e modernità. Il regista fotografa le disuguaglianze sociali con uomini oscurati nella loro vitalità che protestano contro le centrali idroelettriche: quest’ultime spazzeranno via le loro coltivazioni di caffè, unica loro via di sostentamento. La voce di questi esclusi non sarà mai ascoltata, il loro destino verrà travolto dall’inarrestabile progresso. Una sera come tante, viene scoperto un manifesto elettorale deturpato, la rabbia del generale si cela in un gelido silenzio: l’atmosfera si fa ancora più sordida, quando l’uomo coinvolge il suo assistente nella caccia al colpevole. La resa dei conti tra il generale ed il vandalo di nome Agus si macchia di sangue: lo sguardo di Rakib scopre improvvisamente un uomo malvagio purtroppo intoccabile. Alla rabbia repressa segue una  crisi morale che  divora l’animo di Rakib, il quale  sganciandosi dal suo presente servile intraprende una la lotta dentro una realtà piagata dalla disparità sociale che  piange  l’inspiegabile morte di Agus. Rakib rigetta le assurde logiche del rapporto servo padrone ( tema del film ) che, imponendo una obbedienza priva di senso critico destruttura l’individualità del singolo.

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