Sabato 15 e domenica 16 novembre alle 16 allo Spazio Kairos
DEBUTTO NAZIONALE PER “SFAVOLA – LA NON FAVOLA DEI TRE NON SUPEREROI”
06 11 2025.Debutto nazionale sabato 15 e domenica 16 alle 16 per “Sfavola – La non favola dei tre non supereroi”, il nuovo spettacolo di Onda Larsen. La compagnia torinese, questa volta, mette in scena un testo, scritto da Lia Tomatis, per bambini dai 5 anni in avanti: firma la regia Paolo Carenzo, sul palco c’è la formazione al completo con Gianluca Guastella, Lia Tomatis e Riccardo De Leo.
Si tratta di uno spettacolo nella cifra di Onda Larsen: per tutte le età, con ironia e profondità, racconta il viaggio di una Fata, un Mago e un Principe verso la riscoperta di sé come “condividui”, superando la solitudine dell’eroe malinconico per abbracciare la forza della comunità.
Lo spettacolo
“Nessuno si salva da solo” – monito e pungolo che risuona ovunque dalla notte dei tempi tanto da sembrare incontestabile, quasi banale. E, si dice, quando tutti l’avranno capito ci sarà la salvezza. Eppure una voce contraria si alza da quella stessa notte dei tempi: “Sarà Uno che salverà tutti!”. E, si sostiene, che sia divino o superumano, è l’Uno che va cercato, perché è l’Uno che indicherà, condurrà sulla strada della salvezza.
Due visioni di mondo, due rappresentazioni di umanità messe da sempre a confronto che, ben lungi dall’essere soluzione, sono esse stesse il germe del conflitto. La terza voce sale dalle scoperte biologiche degli ultimi decenni e dalla moderna antropologia: “Nessuno è da solo”. Il verbo essere va qui inteso come esistere, realizzarsi, vivere. Tecnicamente si usa il termine “condividuo”, per superare l’idea erronea dell’individuo a sé stante che può vivere/essere/svilupparsi da solo indipendentemente dal mondo. L’interdipendenza così evidente e ormai accettata dai più in campo biologico stenta, a volte, a prendere piede nelle scienze umane. Eppure è proprio qui il qualificante salto concettuale da “ognuno è e può dare il proprio contributo” a “ognuno è Uno solo in quanto persona”.
Il termine Persona implica l’essere fascio di relazioni con i simili e l’ambiente vicino e lontano, è costruzione ed evoluzione continua del sé. Questa visione di mondo e di umanità, che si potrebbe anche riassumere con il motto della Gestalt: “Il tutto è più della somma delle parti”, è – se non vera in assoluto – sicuramente utile per trovare soluzioni efficaci ai problemi.
Questo è il percorso teorico e pratico che compiono Smemorina (la fata), Merlino (il mago) e Azzurro (il principe) che da super-eroi del passato, in piena crisi d’identità e in bolletta, nel tentativo di adattarsi ai moderni modelli di super eroi, infine si riconoscono – felicemente – semplici condividui, comprendendo che convivere significa creare comunità, cioè collaborare e condividere. Azzurro abbandonerà la torre in cui si era volontariamente recluso non sentendosi adeguato e all’altezza del mondo fuori (proprio come troppi giovani oggi); Smemorina si spoglierà dei panni e dei ruoli fissi che le sono stati cuciti addosso per sostituirli con quelli che sente più adatti a sé; Merlino, alla ricorsa affannata – ma pasticciata e inconcludente – dell’intelligenza artificiale, affronterà il nuovo con più spirito critico e, essendo questa una “Sfavola”, il lieto fine ci sarà ma di fatto sarà un lieto inizio.
Sfavola non è solo uno spettacolo “per bambini”, ma per “condividui” di qualsiasi età, con un linguaggio comprensibile e coinvolgente per i più piccoli, ma costruito in modo da avere livelli di fruizione per permettere a tutti di riflettere su questi temi. Quello che è certo è che bambini “sentono” di essere condividui forse ancora più profondamente degli adulti, perché sperimentano quotidianamente il valore della socialità, hanno esperienza dell’impossibilità della vita stessa senza il rapporto con il mondo circostante. Loro lo sanno che ci sono i Merlino, gli Azzurro e le Smemorina che a volte hanno paura, che si sentono soli, incompresi, svalutati, dimenticati e, per questo, sanno capire molto bene che ognuno va valorizzato per ciò che è e può diventare in relazione e all’interno del mondo circostante.
I personaggi dello spettacolo sono Una Fata, Un Mago e un Principe azzurro, personaggi iconici estremamente riconoscibili, provenienti dalle favole del passato, ma inseriti in un contesto che rompe con gli schemi delle favole classiche. I personaggi, infatti, hanno una loro profondità psicologica, paure, desideri e “fanno i conti” con le nuove mode e i nuovi schemi narrativi: i bambini si appassionano ormai a eroi e personaggi fantastici diversi, gli stessi modelli di cui sono portatori sono superati. Insomma: i nostri protagonisti non c’è più lavoro nelle nuove storie che vengono raccontate. Per una serie di eventi i tre personaggi si ritrovano bloccati nella torre in cui il Principe vive ormai da tempo immemore segregato e in solitudine: devono capire come uscirne, ma soprattutto devono capire, una volta usciti, cosa fare delle loro vite. Tra un goffo tentativo di fuga e un altro rifletteranno sul loro posto/ruolo nel mondo e sull’irrealistico e anacronistico progetto di essere un eroe: “Uno Solo che salva tutti è impossibile”– dice il Principe – “tempo fa ne ho parlato anche con Superman, anche lui dice che sono tutti matti!”. Una delle peggiori minacce di oggi è la solitudine che il concetto stesso di “individuo” porta con sé, e da quella non ci si salva da soli, né tantomeno grazie ad un solo eroe.
UTILITA’
Da Spazio Kairos, lo spettacolo è sempre anticipato da merenda, alle 16, offerta alle famiglie.
Biglietto unico 9 euro. Pacchetto famiglia (acquisto di minimo di 4 biglietti per lo stesso evento): 28 euro.
Ufficio stampa Onda Larsen
Priante Comunicazione.
