LA PIANISTA

 

 

Regia e Sceneggiatura: Michael Haneke

 

Cast: Isabelle Huppert,Benoit Magimel, Annie Girardot ,Anna Sigaslevitch,Ugo Samel Susanne Lothar ,Cornelia KondgerFotografia : Christian Berger

Montaggio: Monika Willi Nadine Muse.Produzione : MK2 PRODUCTIONS – WEGA FILMS – LES FILMS ALAIN SARDE

Distribuzione : BIM.PAESE: Austria, Francia.DURATA: 130 Mi Ge

 

17/01/2017 – La pianista è un indimenticabile film di Haneke, vera lezione di grande cinema. Attraverso lunghi piani sequenza, lo sguardo impietoso del regista analizza lucidamente la gabbia psicologica che imprigiona la dolente Erika (Isabella Huppert), un’irreprensibile insegnante di pianoforte del Conservatorio di Vienna. La Huppert sprigiona una tale tensione emotiva che la sua recitazione, unendo diligenza interpretativa e ossessività del personaggio, trasla nel grande schermo le nevrosi e la voragine di dolore represso di una donna giunta al capolinea.
Il film avviluppa lo spettatore in un viaggio a cui è impossibile divincolarsi, il tormento psicologico di Erika si respira in immagini che sono veri pugni nello stomaco, pur necessarie alla verità.
Haneke affronta il tema delle pulsioni non frenate dalla razionalità che, svelandosi, mettono a repentaglio la fragilissima maschera della protagonista. Gli ambienti spogli sono perfetti per accogliere le ossessioni dell’anaffettiva protagonista, incapace di costruire un rapporto umano, come di vivere emozioni e gesti di tenerezza: tiranneggia sadicamente i suoi allievi, ma negli attimi di crepuscolo si ferisce, vittima dei propri istinti.
Erika è malata, vive uno sdoppiamento di personalità: avvolta nel suo cappotto grigio, con la velocità di un battito di ciglia, sguscia nei pornoshop, spia le coppiette nei drive – in, vive con la madre (una splendida Annie Girardot) un rapporto di amore-odio, regolato da quel ricatto affettivo che fa capitolare sempre Erika facendola rinunciare alla sua agognata indipendenza.
Un evento improvviso cambia però il suo destino per sempre. In un salotto esclusivo della Vienna elegante, la pianista, dopo una sua brillante esecuzione, conosce Walter, un giovane di bell’aspetto irretito da quel fascino gelido che nasconde la sua femminilità.
Il primo dialogo tra i due è premonitore, scivola nel tema della follia che avvolse la vita di Schumann e sarà la follia elemento dominante di un torbido legame che si tramuterà in un gioco al massacro. Walter la corteggerà, idealizzandola, entrando contro il volere di Erika nel suo corso di studi e quindi nella sua spirale di vita.
Qui la liason allievo-insegnante perde ogni sorta di fascino. Le richieste masochiste di Erika, profferte in una lettera a Walter, disegnano un sé allucinato ed avranno come risposta una catena di reazioni perverse.
Erika e Walter sono vittime dei loro istinti e carnefici dell’amore, protagonisti di sequenze dove avviene il superamento di quei limiti che la razionalità erige. Le pulsioni di Erika sono ormai rivelate e per questo cade in uno stato di sottomissione perdendo ogni forma di progettualità, abbracciando così il volere di Walter.
Non ci sono né vinti né vincitori, gli occhi del ragazzo hanno visto troppo ed Erika, non potendo più riappropriarsi di quella corazza con cui controllava tutti, vivrà la sottomissione solo per breve tempo: ferendosi con un coltello affilato, troverà l’agognata liberazione scivolando nel buio delle vie di Vienna.
Paola Olivieri