FIRST MAN – IL PRIMO UOMO Di DAMIEL CHAZELLE

FIRST MAN – IL PRIMO UOMO  Di DAMIEL CHAZELLE

 

Tratto dal libro di James R.  Hansen “First Man: the life of Neil A. Armstrong,”, il film “First Man – Il Primo Uomo” descrive a pieno il volto inedito e dettagliato della vita privata di questo eroe molto riservato, passato alla storia per avere messo per primo il piede sulla Luna.

“Spero che le persone lo vedano come un uomo che ha dovuto affrontare circostanze molti difficili” dice il figlio minore Mark Armstrong. “Si pretendeva molto da lui e lui si è sforzato di fare la cosa giusta.  Questo era sempre il suo mantra: prendere ogni situazione e trovare il modo giusto per affrontarla”. 

“Era una persona normale”, aggiunge il figlio maggiore Rick Armstrong.  “Coloro che lo vedevano soltanto nei notiziari forse non lo sapevano, ma era anche una persona molto divertente.  Quando era   in compagnia   degli    amici era una persona completamente diversa rispetto alla sua immagine pubblica. E spero che il film lo faccia emergere”.

E’ logico che il taglio scelto dal regista Damien Chazelle sia quello realistico. capace di entrare con veridicità sia nelle missioni spaziali quanto nei drammi familiari dell’astronauta. In queste difficili dinamiche erompe la grande forza di un uomo provato dal dolore per la prematura scomparsa di sua figlia ma capace di guardare al futuro dell’umanità cercando di non fallire.

Con una nuova prospettiva, il regista introduce il grande pubblico nella lunga preparazione di questa missione che ha cambiato la storia, facendo conoscere le difficoltà di un addestramento spaziale, così come le percezioni sensoriali inconsuete e le reazioni emotive di un astronauta che dentro una capsula si trova a guardare un panorama di incommensurabile bellezza.

Il film si apre con una successione di claustrofobiche immagini ove appare Armstrong dentro una navicella, travolto da folli rotazioni e improvvisi scoppi mentre cerca di ritornare sulla Terra dopo un primo tentativo di missione nello spazio. Le forti sonorità incrociano l’adrenalina del pubblico, creando viscerale empatia con quella dell’astronauta.

Mentre il regista “entra” insieme al pubblico nella navicella, rivela di Armstrong un meraviglioso ritratto umano, che include la figura della moglie, verso la quale, nonostante la nascita di un altro bambino, alza un muro a causa della morte della figlia Karen.  “First Man” è dunque anche la storia di emozioni dolorose ed inespresse dei protagonisti, che si consumano nella solitudine. Ma è anche un film sulla grande forza che scivola nella fragilità, dentro un presente storico che appartiene a tutti noi.

E’ dalla prematura morte della figlia di Neil che inizia il film. Il dolore si cela dentro l’ossessiva caparbietà di far decollare il grande progetto americano, fatto di voli, atterraggi e lutti, mentre incombono le contestazioni dell’opinione pubblica per gli elevati i costi.

Condivido pienamente le affermazioni del critico cinematografico Paolo Mereghetti quando dice che “Chazelle vuole mostrare come Armstrong sa restare un uomo, non come diventa un eroe” (“’First Man – Il primo uomo’. Il film da vedere secondo Paolo Mereghetti”, 31 ottobre 2018, www.iodonna.it, Corriere della Sera). Tutto questo è confermato dalla scena finale del film, quando vediamo Armstrong commosso muovere i passi sulla Luna, grande passo per l’umanità e sentiero di pacificazione del proprio lutto, verso speriamo in una nuova vita.

Paola Olivieri