CAPRI REVOLUTION :REGIA DI MARIO MARTONE

ATTORI: Marianna Fontana, Reinout Scholten van Aschat, Antonio Folletto, Gianluca Di Gennaro, Jenna Thiam, Ludovico Girardello, Eduardo Scarpetta, Lola Klamroth, Maximilian Dirr, Donatella Finocchiaro.

 

 

28/12/2018“Il film prende spunto dall’esperienza della comune che il pittore Karl Diefenbach creò a Capri tra il 1900 e il 1913, anno in cui morì.  Ma nel film tutto viene rielaborato con la più totale libertà: l’azione viene spostata più avanti, alla vigilia della prima guerra mondiale, e il nostro protagonista lascia la vecchia pelle del pittore spiritualista Diefenbach per tramutarsi in un giovane artista performativo, la cui filosofia deriva dai concetti che verranno elaborati molti decenni più avanti da Joseph Beuy  Di Diefenbach era interessante soprattutto la scelta di praticare l’arte dentro una radicale rivoluzione umana, in cui il rapporto con la natura diventa centrale”. E’ quanto racconta il regista Mario Martone che ha firmato “Capri revolution”, in concorso alla 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.  Siamo alla vigilia della Grande Guerra nella stupenda isola di Capri, luogo visionario quanto concreto. Qui le utopiche visioni di vita di giovani stranieri si scontrano con il progresso che avanza inesorabilmente, accompagnato da ideologie politiche e rivendicazioni sociali. La guerra incombente metterà a tacere ogni ideale: molti intellettuali e pensatori illuminati si riveleranno miopi di fronte all’interventismo.

Al centro del film c’è Lucia, una pastorella che guarda le capre e che inizialmente incarna l’identità unitaria dell’isola.  A differenza degli abitanti, è accogliente verso ciò che gli altri denigrano, cioè la comune guidata dal pittore Seybu. Guarda con gli occhi del sano stupore quei giovani nord europei insediatisi nelle lande capresi, che amano fare il bagno nudi e nutrirsi dei frutti della terra. A poco a poco Lucia sceglierà la spiritualità, abbracciando finalmente il sentiero verso la libertà.

Contemporaneamente giunge nell’isola un medico condotto, che crede fermamente nel progresso scientifico quale motore di un nuovo mondo. Fiutando l’intelligenza fuori dal comune di Lucia, il medico le propone la concreta possibilità di diventare infermiera, che lei rifiuta perché alla ricerca del sogno.

Il regista racconta l’evoluzione della giovane attraverso i terribili scontri che vive con la sua famiglia di origine e la scoperta di nuovi ideali di vita forieri di un futuro di ampio respiro. In un nucleo composto da una comprensiva e silenziosa madre che la guarderà sempre con amore e dai fratelli animati da un prepotente maschilismo, lei va alla scoperta di nuovi ideali, sfuggendo al matrimonio di convenienza imposto dai fratelli. Decide di aderire alla comune di Seybu e questa scelta, che scandalizzerà gli isolani un tempo amici, le farà assaporare la libertà tanto sognata. Il prezzo sarà alto, il ripudio della famiglia.

Ora quel silenzio che accompagnava Lucia nel suo presente disagiato è solo un ricordo, non avvolge più la repressione di cui era vittima, la sua fame di libertà la porta a divorare libri e ad apprendere l’inglese parlato nella comune.  Fino al sanguinoso conflitto mondiale che le porterà via i suoi fratelli.

Lucia ha intravisto i limiti dello spiritualismo e del materialismo attraverso esperienze e uomini capaci di raccontare le contraddizioni del Secolo breve. Nonostante ciò, guarda ancora con speranza al futuro, abbraccia ancora una volta un nuovo percorso che la condurrà lontano, forse in un altro continente.

“Ciò che muove le cose al mondo è il movimento e lo spostamento e lo dico in un momento storico in cui si vuole invece chiudere. Il movimento è ciò che ci fa vivi e non va bloccato e questa energia va riproposta a maggior ragione in un momento storico in cui i luoghi, le geografie del mondo e i confronti sono irrigiditi” (“Martone, ecco la mia Capri – revolution”, Giulia Lucchini, Cinematografo.it, 11 dicembre 2018).

Paola Olivieri