“ Un autre monde “ di Stéphane Brizé.
E’ una storia di coraggio il film “Un autre monde” firmato da Stéphane Brizé ? Il regista sceneggiatore francese fotografa il dilemma morale di Philippe,( un superbo Vincent Lindon) un manager industriale di alto livello che arrivando ad un punto di rottura con il mondo, ricalibra la sua vita con una nuova moralità che non cede alle spietate leggi del profitto . La moglie vuole mettere la parola fine al loro matrimonio, perché a detta del suo avvocato gli ultimi anni del loro menage sono stati un inferno . La sfera emotiva ed affettiva del nucleo familiare è stata fagocitata dagli incalzanti impegni lavorativi del marito . Il figlio minore vive una improvvisa fragilità emotiva che lo porta ad temporaneo ricovero : la coppia sull’orlo della separazione ,si stringe nuovamente di fronte a tale dolore. La vita di Philippe sta deragliando. Il gruppo aziendale per cui lavora cerca un rilancio economico internazionale , le cui conseguenze lo precipitano dentro una crisi esistenziale. Il suo compito è solo quello di licenziare preziosi dipendenti che hanno lavorato in condizioni di sicurezza non certa, mentre Philippe chiudeva gli occhi di fronte a tale pericolosità . Ora l’uomo con il cuore in panne, si ribella a queste dinamiche di potere ed entra in guerra .
Il regista costruisce un imponente dramma marcato di un forte e cupo realismo, pedinando il granitico Philippe che ,con sguardo perso ascolta le assurde e fredde richieste dell’avvocato della moglie. Corre sul tapi roulan della palestra ma la rabbia non passa. E’ intrappolato in una profonda solitudine, lavora fino notte tarda ,ed è così che i suoi giorni si succedono privi di ogni raggio di sole. Sensibile alle crescente preoccupazione degli operai della sua fabbrica, elabora un piano strategico volto ad allargare un sistema lavorativo:le alte sfere bollano la sua proposta come una mancanza di coraggio. L’uomo si trova ad un bivio. Sceglie e imbocca la via più difficile e cade insieme ai i suoi dipendenti nelle trappole del precario mondo lavorativo. Questa volta , Stéphane Brizé ha iniziato la sua analisi partendo da un ambito dirigenziale, nel quale conta solo il linguaggio della fredda matematica finanziaria lontana dai valori morali.
Il regista attraverso uno stile realista disegna terribili squarci di vita ,le dinamiche di potere mettono in discussione i diritti e la dignità dei lavoratori , ma lo splendido protagonista riacciuffando il bandolo della matassa, sfida quell’establishment a cui aveva sacrificato tutto.
Paola Olivieri