Il peccato ed il furore di Michelangelo di Andrey Konchalovsky. L’ardore e le ossessioni di uno dei più grandi geni del Rinascimento.

“Il Peccato – Il furore di Michelangelo” diretto dal russo Andrei Konchalovsky, precipita lo spettatore in un ruvido Rinascimento dominato  dai  Della Rovere e dai  Medici, i quali espressero il loro potere  commissionando agli artisti più talentuosi, opere atte anche ad  elevare  la loro dinastia  .Firenze tenne a battesimo il  Rinascimento, momento storico  antropocentrico  nel quale l’attenzione si focalizza sull’uomo e non su Dio: i fiorini d’oro dei signori sono  strumento per promuovere la bellezza accrescendo il valore della stessa città.  L’arte  diventa messaggera  di pace e strumento di diplomazia.  Basti pensare che  dopo la congiura dei Pazzi, Lorenzo de Medici per riconquistare un rapporto con Sisto IV della Rovere , gli invia artisti  come  il Botticelli ed il Ghirlandaio  per una prima  parte della  Cappella Sistina.

Sempre a Firenze vissero  tra  il 1490 e il 1520  tre geni assoluti :Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio: fautori di opere rivoluzionatrici , mera espressione di un uomo nuovo costantemente diviso tra il  furore dell’individualità  edi un destino ignoto. Passeggiare  per Firenze significa passeggiare in un gigantesco museo a cielo aperto ,  ma Konchalovsky   apre un varco dentro tale magnificenza,  rappresentando con realismo quasi viscerale,   una  società  rinascimentale dilaniata e regolata dall’audacità e dalle vendette  sanguinose.

Appare nella sua grandezza e disperazione, il divino  Michelangelo  che ha  vinto una delle  più grandi sfide della storia dell’arte:  ha realizzato ( su incarico di Papa Giulio II nipote di Sisto IV ) il grandioso Giudizio Universale  sulla parete dell’altare della cappella Sistina.

Nell”immenso affresco che  suscita nel Papa una incondizionata ammirazione ,appaiono  figure dai drammatici volti , rappresentate in modo  estremamente virile mentre vivono il  loro verdetto divino.  Al centro appare il poderoso Cristo che ordina agli angeli senza ali,  di ricacciare i dannati dentro l’inferno, mentre  i giusti ascendono in un mirabile  cielo stellato  dal blu intenso.

Contemporaneamente Michelangelo deve terminare quello che sarà il più conflittuale e tormentato progetto della sua , il  funebre dell’ambizioso  Papa Giulio II della Rovere  che muore di li a poco . Tale  perdita  porta sul trono pontificio  Leone X ( figlio di Lorenzo dei Medici), il quale fa  subito riacquistare il potere perduto alla sua   famiglia cacciata da Firenze  nel 1494.   Il nuovo Papa  commissiona sempre allo scultore la realizzazione della facciata della basilica di San Lorenzo,  e  Michelangelo   cade nella trappola dell’antica  rivalità di questi due committenti.  L’uomo  vive nella precarietà assoluta , sempre teso alla ricerca del marmo più bello per le sue opere immortali: trova nelle Alpi Apuane “ il mostro”  un immenso blocco per la Tomba di Giulio II che rimane abbandonato per anni.

I mille conflitti di Michelangelo   con i potenti  lo portano  alla doppiezza, e quelle mani  sempre sporche  sono meravigliosi strumenti capaci di generare insieme alla  sua straboccante genialità  opere come  “Il David “, La Pietà ed il Mosè.

.Eppure questo uomo rinascimentale  che nelle sue opere  ha esaltato con forza e intensità  la bellezza fisica e la tensione morale  ,corre alla ricerca della  vera spiritualità  attraverso  un viaggio interiore fatto di silenzio e la visione di Dante lo salverà dalla selva oscura.

Paola Olivieri