L’arte al cinema

L’arte al Cinema.

28 03 2024.Quando è uscito il docufilm “Van Gogh: Tra grano cielo” (2018) firmato da Giovanni Piscaglia, contemporaneamente aveva luogo l’omonima mostra in Basilica Palladiana curata da Marco Goldin: eccellente storico dell’arte che da oltre vent’anni studia il pittore olandese. Più che un evento d’arte si aprì uno scrigno su 129 opere (43 dipinti e 86 disegni), che obbligarono il visitatore a scoprire il Van Gogh disegnatore. I due avvenimenti legati a filo doppio gravitavano intorno alla visione artistica della filantropa Helen Kröller-Müller (1869 1939): una ricchissima signora olandese che si specchiò nella dimensione spirituale del pittore olandese, in quanto tesi verso una concezione di fede assoluta che si estetizzava nell’arte.

Helen Kröller-Müller non conobbe mai Van Gogh: ma di lui collezionò circa oltre 300 opere (ormai parte museo Kroller Muller di Otterlo), consacrando “la propria vita all’arte di Van Gogh come una sposa o una novizia che prende i voti”, dice Valeria Bruni Tedeschi. L’attrice italo francese attraverso la sua gamma di registri interpretativi restituisce allo spettatore gli stati d’animo del pittore, da lui svelati nelle tantissime lettere indirizzate a Theo Van Gogh. Parole sprigionanti un pathos ipnotico che corrono tra i diversi piani di lettura del film precipitandoci nei dietro le quinte della mostra in Basilica. Tutto questo si scontra con la fallimentare vita del pittore che nella vita non vendette un quadro ma conclusasi nel luglio del 1890 con il suicidio. Attualmente è uno degli artisti più quotati! Nessun coevo comprese mai, quanto le nervose e materiche pennellate esprimessero il dolore degli umili.

Il cinema, non può che corteggiare questi meravigliosi intrecci artistici, emotivi, che alzano il velo sulla vita di uomini in corsa verso l’immortalità: sono sublimati da una visionarietà creativa, ma costretti a vivere una guerra di nervi con il mondo, perché già padroni di nuovi codici incomprensibili con il presente.

Nel 2021 esce “Napoleone nel nome dell’arte” sempre di Giovanni Piscaglia, il quale attraverso Jeremy Irons, Star di prima grandezza, mette a fuoco la passione per la cultura del condottiero francese: amava Cesare e divenne a sua volta il Cesare dell’età moderna. “Ma come ha fatto quel ragazzino un po’ sbagliato a diventare l’icona del potere del mondo moderno, modello di statisti e manager, studiato per le strategie e la comunicazione”, dice l’attore. Forse neanche lui immaginava di cambiare gli assetti europei mettendo in scacco i sovrani più temuti. Rimase sempre un figlio della Rivoluzione dal risvolto visionario, spesso raffigurato con il cannocchiale in mano: per lui non fu solo uno strumento militare. “Soldati dall’alto della piramide, 40 secoli vi guardano”, così si rivolse alle sue truppe nella piana di Ghiza. La rovinosa campagna d’Egitto segnò una nuova epoca a cui seguirono spedizioni scientifiche alla ricerca di fasti imperiali di un mondo antico che sembrava perduto.

La stele di Rosetta, il codice Napoleonico, la riforma dei cimiteri, i diversi ruoli di Stato e Chiesa, la riforma della scuole, le terribili espoliazioni che inflisse ai paesi assoggettati si intrecciano alla moderna concezione del museo. Il Louvre, che si chiamava Musée Napoleon diretto da Vivant-Denon, era uno scrigno straboccante di opere che raccontavano la storia dell’arte. Non era solo il simbolo del suo potere, ma il mondo doveva conoscere la grandezza dell’uomo. Milano, città che lui amava, conserva importanti tracce del suo dominio. Napoleone non smette mai di stupire, la sua incredibile storia genera sempre altre storie.

Giovanni Piscaglia firma il “ Perugino” celebrando i momenti della sua carriera vissuta tra  artisti quali Leonardo e Raffaello

L’attore umbro Marco Bocci è l’intensa voce narrante de “Il Perugino”, ad introdurci nella Firenze rinascimentale che, con gli occhi di oggi è un giardino delle meraviglie, ma in realtà era una epoca politicamente tumultuosa fatta di intrighi. Nella Pasqua del 1478, esattamente il 26 aprile, ebbe luogo nel Duomo di Firenze la congiura dei Pazzi, una cospirazione nella quale Giuliano de Medici venne assassinato, mentre Lorenzo sfuggì all’attentato e rinsaldò il suo potere. Seguirono 4 anni di lotte e il Magnifico  in segno di pace, inviò a Sisto IV i suoi migliori pittori, per affrescare la cappella Sistina. Tra questi c’era il Perugino. La visione del film è inaspettata passeggiata  nella Galleria Nazionale dell’Umbria e dentro la Cappella Sistina.

Frasi del Film Van Goch tra grano e cielo.

“la propria vita all’arte di Van Gogh come una sposa o una novizia che prende i voti

 

Frase del film Napoleone nel  nome dell’arte.

Ma come ha fatto quel ragazzino un po’ sbagliato a diventare l’icona del potere del mondo moderno, modello di statisti e manager, studiato per le strategie e la comunicazione

Paola Olivieri