Picasso. Il ribelle a Parigi Storia di una vita e di un museo. di Simona Risi

25 04 2024Il film  “Picasso. Un ribelle a Parigi. Storia di una vita e di un museo” è  firmato da Simona Risi su soggetto di Didi Gnocchi e Sabina Fedeli, che firmano la sceneggiatura insieme ad Arianna Marelli. Il docufilm è di grande impatto visivo, arricchito da sguardi di critici e storici accreditati quali Marie Laure Bernadac Annie  Cohen Solal, che caricano le opere di nuove significazioni rimanendo in stretta connessione con la potenza creativa di Picasso. Il giovane pittore spagnolo sa di essere un genio, si trasferisce appena ventenne nella Ville Lumière con una valigia colma di sogni ed un semplice cavalletto pronto a conquistare il mondo dell’arte. Si stabilisce a Montmartre, sono gli anni della estrema povertà, nelle tele traccia quegli emarginati che vede oppure incontra . “Casagemas nella bara “, è il quadro che esprime tutto il dolore di Picasso per l’amico spagnolo Casagemas, suicidatosi al Cafè de L’Hippodrome a causa di una modella. L’opera  segna l’inizio di quel  monocromatismo blu che esprimerà con una gamma di tonalità diverse, la sua sofferenza in una dimensione glaciale quasi onirica. Il blu viene gradatamente sostituito dal grigio rosa, i volti emaciati dei reietti sono sostituiti dagli arlecchini, saltimbanchi disperatamente immersi in una dimensione desertificata. “La Famiglia di Saltimbanchi” è il quadro più significativo di questo periodo: probabilmente è realizzato intorno al 1905.

“Una vita, la sua spesso sul filo delle contraddizioni fra gioia e malinconia, luce e ombra sogno e incubo”, recita l’attrice Mina Kavani, voce narrante che ci introduce nel lato intimo di Picasso ancora sconosciuto in cerca di successo in una terra straniera:” Fin da adolescente è affascinato dal circo. Lo attrae questa famiglia diversa che però sente molto simile a sé. Tutte figure al margine della società che restano impigliate nella sua mente e nel suo pennello che affondano e riemergono senza abbandonarlo mai”. Probabilmente anche Picasso indossava una maschera, diviso da pulsioni contrastanti,  esprimendo la sua  duplicità  “con metafore religiose. Una candela a San Michele ed una al diavolo” dice lo storico Eugenio Carmona Mato.

Ben presto Picasso, l’inquieto  straniero di Malaga, entra in contatto con Gertrude Stein che ne fiuta la genialità rivoluzionaria: un incontro irripetibile per entrambi che cambierà le sorti dell’arte contemporanea. Divorato dalla passione per la pittura, continua a sperimentare, incrocia Modigliani, Apollinaire, Cocteau etc. con i quali stringe proficui rapporti di lavoro mentre la sua vita è una altalena di folli amori. Donne che prima diventano muse immortalate nei quadri secondo i suoi nuovi codici pittorici diventano vittime, quasi zerbini. Alcune di loro si suicidano perché è impensabile una vita senza Picasso. Solo Françoise   Gilot lo lascerà nonostante la nascita di due figli. “Les Demoiselles d’Avignon” è il manifesto del cubismo avanguardia ideata dallo stesso Picasso insieme a Braque. La sua arte scuote il mondo perché segna nuove rotte , la fama ed il successo  arriva molto presto ma non lo chiudono  in una torre d’avorio . Nel 1937 firma  Guernica    considerata da molti critici come opera di denuncia contro la violenza della guerra.

Lo storico Francois Hartog associa il pittore alla calzante immagine di un grande mercantile, che a motori spenti naviga senza mai fermarsi: parte di quell’immaginario carico è visibile nel Musée Picasso di Parigi contenente  5000 opere e 200.000 materiali dell’archivio del pittore più creativo e longevo della storia dell’arte. Sempre questa istituzione ha ricordato i cinquant’anni della morte del pittore con una grandiosa mostra evento, curata dallo stilista Paul Smith.

Frasi del film:

“Una vita, la sua spesso sul filo delle contraddizioni fra gioia e malinconia, luce e ombra sogno e incubo”Fin da adolescente è affascinato dal circo. Lo attrae questa famiglia diversa che però sente molto simile a sé. Tutte figure al margine della società che restano impigliate nella sua mente e nel suo pennello che affondano e riemergono senza abbandonarlo mai”dice Mina Kavani

. Una candela a San Michele ed una al diavolo” dice lo storico Eugenio Carmona Mato

Paola Olivieri