Il male non esiste.
26 09 2024.“Il male non esiste” diretto da Ryusyke Hamaguchi è un’opera poetica che lascia il segno! L’elegia delle immagini è coinvolgente, precipita lo spettatore nella pace di un piccolo villaggio montano, abitato da una comunità coesa che rispetta i millenari cicli della natura. Purtroppo, questo paradisiaco ecosistema sta per essere distrutto da un devastante progetto edilizio, promosso da una società di Tokio solo ghiotta di sovvenzioni statali post Covid. L’edificazione di un glamping (un camping con in conforti di un resort) è stato già pianificato proprio nel passaggio dei cervi distruggendo un antico habitat, senza dimenticare l’errato posizionamento della fossa settica capace di inquinare la falda acquifera che abbevera la valle. ”. L’assemblea tra le parti che si contrappongono si trasforma in una guerra fatta di diffidenze e sospetti, foriera di uno sfasamento che si ripercuoterà sulla vita dei protagonisti. La piccola comunità guarda al futuro senza dimenticare che i loro territori furono donati dallo stato ai loro antenati. E’ un luogo senza storia , in un certo senso ,siamo tutti ospiti. Ospiti che hanno sviluppato la zona e hanno anche danneggiato la natura. L’equilibrio è fondamentale, se si esagera l’equilibrio ne risente! dice il saggio Takumi ( Hitoshi Omika) a Mayuzumi (Ayaka Shibutani) e Takahaschi ( Ryûji Kosaka) due inviati della società -Le stupende immagini mostrano una natura non violata grazie ad un rapporto non impattante che ha frenato la deforestazione . Il taciturno Takumi lavora per il bene del villaggio, ama raccoglie l’acqua dei ruscelli e quando trova il Wasaby selvatica subito lo dona al proprietario di un ristorantino in modo da esaltare i suoi piatti. La scarsa comunicazione dell’uomo con la figlia Hana( Ryo Nishikawa) di otto anni , spinge la piccola a scorrazzare tra la quiete dei prati , poco e turbata dai rumori degli spari che segnalano la presenza di cacciatori di cervi. Gli stessi impiegati della società provenienti dalla modernissima Kioto, rimangono affascinati dai ritmi di questa isola felice, subendo una improvvisa metamorfosi . Ma non avverrà nessuna pacificazione tra chi difende i propri territori e chi con spirito padronale vuole cambiare le nicchie ecologiche. Qualcosa di allarmante è in agguato perchè la quiete e l’equilibrio del villaggio è stato violato: la piccola Hana sembra essere stata inghiottita proprio dal bosco. “ Icervi di qua non attaccano a meno che non si tratta di una madre ferita con la sua cucciolata dice a Takumi alla giovane Mayuzumi ..
A questo punto che l’opera cinematografica precipita in una dimensione enigmatica quasi onirica con l’immagine della piccola mentre si fronteggia con una cerva ferita che la guarda con i grandi occhi immobili. Takumi si blocca, e solo a notte fonda prenderà in braccio la figlia correndo verso la salvezza ma scomparendo nel bosco. Il finale è criptico , si presta a più di una interpretazione senza dimenticare che Takumi obbedisce alle impassibili leggi della natura .
Frasi del film:
“ Icervi di qua non attaccano a meno che non si tratta di una madre ferita con la sua cucciolata-
. E’ un luogo senza storia , in un certo senso,siamo tutti ospiti. Ospiti che hanno sviluppato la zona e hanno anche danneggiato la natura. L’equilibrio è fondamentale, se si esagera l’equilibrio ne risente.
Paola Olivieri