GENIUS REGIA: MICHAEL GRANDAGE

GENIUS

 

REGIA: MICHAEL GRANDAGE

 

ATTORI:COLIN FIRTH ,JUDE LAW,NICOLE KIDMAN,GUY PEARCE,LAURA LINNEY ,DOMINIC WEST,VANESSA KIRBY.SCENEGGIATURA: JOHN LOGAN

 

 

FOTOGRAFIA: BEN DAVIS.MONTAGGIO: CHRIS DICKENS.PRODUZIONE: Desert Wolf Productions, Michael Grandage Company, Riverstone Pictures

 

DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures.PAESE: Gran Bretagna, USA.DURATA: 104 Min.GENERE BIOGRAFICO .

 

 

17/11/2016Ancora stregati dalle magiche atmosfere anni ’30 di “Cafè Society” di Woody Allen, rimaniamo in questo periodo con “Genius” di Michael Grandger, che per questo film drammatico e commovente si ispira alla biografia “Max Perkins. Editor of Genius” firmata da A. Scott Berger.
E’ solo un biopic? Assolutamente no, è un film da non perdere, direi affascinante in quanto svela il singolare connubio letterario tra Max Perkins, l’editor principale della casa editrice Scribner’s Son e Tom Wolfe, giovane talento letterario.
Il film, che porta con sé echi teatrali, si apre con l’immagine di una pioggia battente che invade un marciapiede newyorkese. Sono inquadrate le scarpe dei passanti, piani ravvicinati focalizzano quelle di Thomas Wolfe in attesa di una risposta. Ha mandato un corposo manoscritto alla famosa casa editrice e attende il parere dall’editor.
Che destino avrebbe avuto Wolfe senza Perkins?
Perkins era un uomo fuori dal comune, divenne una sorta di leggenda anche in vita, il suo istinto infallibile aveva contribuito a far pubblicare opere di giovani di scrittori che portavano il nome di F.Scott Fitzgerald ed Ernest Hemingway. Sapeva guardare oltre, scommise sull’egocentrico scombinato Wolfe, completamente fagocitato dalla letteratura, dalla poesia e dalla vita frenetica: la sua penna sprigionava oceaniche e vibranti storie, non era altro che una strabiliante continuazione di sé.
“Angelo, guarda il passato” ed “Il fiume e il tempo” furono i due grandi successi nati dalla fruttuosa collaborazione tra Wolfe e Perkins.
“Davvero miglioriamo questi libri … o li rendiamo diversi” dirà a Wolfe rapito dal dubbio, sottolineato dal regista che riflette sull’autorialità del romanzo che non può essere solo opera del suo creatore. Il vero editor non imbriglia l’artista, ne eleva eleganza e bellezza dai suoi testi. Così fu tra loro. Tom e Max intrapresero un cammino creativo che ruppe gli schemi, in quei nuovi orizzonti dettero forza ed una sorta di immortalità a testi entrati poi nella letteratura americana.
Tutto il film fluttua splendidamente in un presente fulgido di sogni ritmato dalla frenesia degli anni ruggenti. Il regista illumina le personalità dei due protagonisti. Appare Perkins, interpretato da uno splendido Colin Firth che ne coglie lo spirito perspicace, come il cuore aperto pronto a dimenticarsi dentro i sogni dei manoscritti, ma anche di uscirne velocemente per sfrondare gli eccessi. Egli era desideroso solo di elevare il talento per poi sgusciare felicemente nell’anonimato.
Wolfe è invece un uomo fuori dal comune, fautore di splendide trame con altrettanti personaggi, quanto incapace di creare una rete rapporti umani. Diventare imprevedibili di fronte alla condizione umana era il rovescio della medaglia di quella genialità dirompente che lo accomunava ad Hemingway ed a Fitzgerald.
Tomas Wolf è un Jude Law che entra in scena come saetta, ammaliando con la debordante personalità dello scrittore capace, attraverso dialoghi torrenziali e provocatori, di gridare e imporre le sue emozioni .

L’intensa amicizia segnò la vita di entrambi, mise a dura prova i loro rapporti sentimentali: la compagna di Tom, la famosa costumista Aline Bernstein (Nicole Kidman) che aveva già colto le doti del giovane, si sentì presto in secondo piano con la presenza di Perkins. La moglie dell’Editor, sebben scrittrice madre di cinque figlie, gestì con una certa difficoltà questa situazione. Ma niente è per sempre. “Il vero cuore emozionale sta proprio nel momento in cui Max e Tom si guardano e capiscono che non possono lavorare più insieme, per l’influenza che questo rapporto sta avendo su loro stessi e sulle loro vite”, dice lo sceneggiatore Logan.
La frattura di quel legame tra vite che correvano parallele incastrandosi nelle emozioni del romanzo fu apra, ma quello che di grande restò della loro amicizia fu che entrambi, spiriti eletti e sensibili, osservando dall’alto di un terrazzo la sconfinata New York seppero contemplare e vivere ” tutta la potenza della vita”, come dirà Tom.
Sarà in questo dolce naufragare che Perkins, propenso a periodare brevemente, elargìrà con parole semplici ed evocative un’immagine splendida dove è racchiuso il senso della sua vita e forse del film. “Mi tornano in mente gli uomini delle caverne, i nostri antenati seduti intorno al fuoco di sera, con i lupi che ululavano poco lontano e all’improvviso uno iniziava a parlare, raccontava agli altri una storia, così da scacciare la paura del buio”.
La grande letteratura, oltre il suo fascino senza tempo, è scudo protettivo di fronte alle difficoltà della vita.