“PARLIAMO DELLE MIE DONNE” DI CLAUDE LELOUCH

PARLIAMO DELLE MIE DONNE

 

30/0/2019“Parliamo delle mie donne”, firmato da Claude Lelouch giunto al quarantatresimo film, è palesemente autobiografico. Il doppio del regista è l’iconico John Hallyday, famoso rocker francese che veste i panni di un fotografo di successo di nome Jacques Kaminsky.

L’uomo, amando follemente il suo lavoro, ha trascurato la proprie figlie avute da quattro donne diverse. Improvvisamente, abbandona il lusso e chiasso parigino per   trasferirsi in un’elegante baita con piscina a Praz sur Arly, ai piedi del Monte Bianco.  Soluzione poco gradita all’ultima moglie, che Jacques abbandonerà ben presto quando scocca l’amore vero con l’agente immobiliare Nathalie, da cui acquisterà la dimora.

A Jacques questa splendida intesa non basta, vuole riconciliarsi con le quattro figlie, che si negano a lui. Giunge a trovarlo il suo miglior amico, il dottore Federic, che di sua iniziativa e senza chiedergli il permesso, tesse una credibile e drammatica menzogna su di lui, telefonando a tutte le figlie per comunicare che il padre è affetto da una malattia terminale.

Queste si precipitano in montagna, gli arrivi di ognuna sono fuori dalle righe come i loro nomi, che omaggiano le quattro stagioni: quindi Autunno, Inverno, Primavera ed Estate susciteranno in Jacques una tempesta di emozioni mai vissute prima, senza capacitarsi del perché il caso sia così benevolo nei suoi confronti.

Questa bugia a fin di bene cambierà il destino di ogni componente di questa scombinata famiglia: scoppieranno sotto lo stesso tetto e intorno allo stesso tavolo violente liti e grandi riappacificazioni, fino a fragorose risate che faranno luce su un passato ove le ferite sono ancora sanguinolente.

Gioiose ed estremamente metaforiche le immagini in cui le figlie giocano dentro la piscina: l’immersione nell’acqua pronostica la nascita di una nuova famiglia lontana dai consueti canoni, composta da ragazze desiderose di rinsaldare legami d’amore quasi finiti annunciando lo schiudersi di un presente pieno di tenerezza.

Sempre con estrema eleganza, il regista gioca con gli intrecci amorosi e la seduzione che improvvisamente si incrociano ad altre situazioni capaci mettere in scena storie paradossali. E’ il caso della “sorpresa” della quinta figlia, che vive a Cuba, pronta anch’essa ad incontrare il padre.

“Parliamo delle mie donne” non è poi così prevedibile come potrebbe sembrare, anzi, nasconde un finale inaspettato, sotto lo sguardo di un rapace in volo tra splendidi scenari alpini.

Paola Olivieri