Le avventure di Komákur nel mare con il film ” Resta con me”

Anche  “Resta con me”, come “Everest”, è un film estremo, tratto dall’omonimo libro che narra di vicende realmente accadute.  Diverse sono però le motivazioni che spingono i protagonisti a sfidare i grandi i elementi della natura che rispondono con terribili castighi.

Il trailer è catalizzante ci introduce nella vita di Tami e Richard, i protagonisti di “Resta con me”, sono due giovani inquieti, senza radici, già naufraghi della vita provenendo da famiglie difficili. Si incontrano casualmente a Tahiti, scoprono una serie di affinità e dopo poco si innamorano. Una coppia facoltosa offre loro un’ingente somma di denaro per traghettare il lussuoso veliero “Hazana” da Tahiti a San Diego in California: Tami è indecisa perché San Diego è la sua città di origine nella quale non vuole tornare, mentre Richard è entusiasta. Alla fine salpano, ma saranno investiti al 23 esimo giorno da una ciclopica tempesta che quasi distruggerà il veliero.

Catalizzanti e drammatiche sono le immagini che il regista ci propone: Tami obbligata da Richard a mettersi al riparo sottocoperta; Richard inghiottito dalle acque nonostante le cinture di sicurezza; la donna che si risveglia dopo 27 ore completamente sola in mezzo al mare; l’inizio della lotta per la sopravvivenza.

Tra cielo e mare il regista segue l’odissea di Tami, mentre con astuzia e coraggio aggira i mille ostacoli, bersagliata dalle minacce oscure della sua mente, solcando l’imprevedibile mare ove l’unica rotta a è il destino ignoto. E’ chiara l’intenzione registica di intrecciare la lotta per la sopravvivenza con le mille emozioni, che non vogliono essere intrusioni ma solo testimoniare la forza dell’amore, vera bussola che la farà attraccare dopo 41 giorni passati alla deriva. La fotografia di “Resta con me” immortala un paradiso naturale che si fa amaro, lasciando spazio alle atmosfere che da cristalline diventano plumbee.

A raccontare lo sforzo collaborativo durante le riprese alle Isole Fiji è Neil Andrea, coordinatore marino, che aveva svolto lo stesso compito in Dunkirk. “Una giornata tipo cominciava con la mobilitazione dell’intera troupe, tutte le attrezzature dovevano essere trasportate su navi particolari. Per ‘Resta con me’, abbiamo utilizzato una serie di imbarcazioni locali per il trasporto di persone e attrezzature. Erano un mix di gommoni, barche fuori bordo, barche ausiliari, da pesca. Ci siamo serviti anche di marinai e capitani locali delle Fiji. Avevano sicuramente il vantaggio dell’esperienza e della conoscenza del luogo anche perché non era una zona percorsa da barche commerciali, c’erano barriere coralline ed altri ostacoli che loro conoscevano bene. Sono stati tutti davvero molto utili”.

E’ su quella barca semi distrutta, che veleggia con un albero di fortuna, che lo spirito libero di Tami, refrattario a piantare radici, attinge dal sogno romantico del suo amore per Richiar il coraggio e la forza propulsiva che la condurranno alla salvezza. “Resta con me” è dunque un film di amore o di avventura? Senza dubbio il risvolto romantico ipnotizza quel pubblico meno avvezzo a prediligere i “disater movie” come pure la scelta dell’eroina femminile che tra paura e poesia tiene testa ad un presente delirante.

“Non avevo mai fatto un film con una donna come protagonista – confessa Komakur – e mi è piaciuta l’idea di una giovane donna, molto forte, come eroina della storia. Ho pensato che Shailene fosse perfetta per il ruolo. E ho pensato anche che la storia d’amore fosse molto potente, specialmente nel modo in cui veniva raccontata. Speravo di fare un film drammatico e al contempo romantico, e questo film esplorava l’intrinseca forza del vero amore in modo davvero unico”.

Paola Olivieri