Keith Richards: under the influencer”: ” Non sto invecchiando mi sto evolvendo.

30 04 2020 Attraverso il documentario “ Keith Richards: under the influencer”, il regista  premio Oscar Morgan Neville, precipita inizialmente  lo spettatore  dentro l’originale amarcord   di blues e rock del  leggendario chitarrista  Keith Richard, per approfondire  le sue evoluzioni  musicale vissute all’interno dell’iconica band dei Rolling Stones.Con spirito ironico  ma sincero, tra uno scotch ed un altro ,il suo sguardo verso la sua giovinezza si focalizza sulla sua totalizzante passione per  il blues  che si riannoda ad un presente  pulsante di una dirompente  vitalità  artistica .Di grande impatto   sono le immagini del chitarrista  in sala  di incisione con il batterista ed il  produttore Steve Jordan,ancora una volta  uniti per una nuova avventura artistica con  Richards come  solista.

   “ La musica è stata un po’  al centro di tutto”  dice Richards  ,”è  una cosa che lega le persone attraverso secoli e millenni, nessuno saprà mai definire la musica..E’ molto divertente analizzarla” . Con queste  parole inizia   il nostro  godibile viaggio nella storia del rock, presi per la mano da una  star che ci racconta  come sono nati i Rolling Stone. Il documentario corre tra  passato e presente ed tantissime  immagini di repertorio,di  cruciale importanza   è il ricordo del suo incontro con  Mick Jagger avvenuto  in treno:   erano entrambi giovanissimi e pieni di sogni  , affamati  del blues di Howlin’ Wolf  ed rock ’n’ roll del  leggendario chitarrista  Chuck Berry .  A proposito di questo artista , il mitico  John Lennon, capace sempre di guardare oltre,  diceva che se  uno volesse dare un nome  altro nome al rock and roll, lo potrebbe chiamare Chuck Berry” Di li a poco  Keeth  Richards, Mick Jagger ,Brian Jones  e  Ian Stewart, fondarono  la band il cui nome deriva da una  canzone di Muddy Waters, Rolling Stone blues.

Il turbolento  quartetto londinese rappresentò una svolta , era composto da belli e dannati che ipnotizzavano il pubblico con un  linguaggio musicale   diretto ed   incisivo in netta contrapposizione  a quello dei  Beatles che, già godevano di un successo mondiale pregiati  dal titolo di baronetti .Mentre il documentario incalza , il magnetico Keith Richards chiama a se il pubblico seducendolo  con i tocchi della  sua chitarra attraversando  i vari generi   come il country,il reggae che lo hanno influenzato  lasciandogli  un segno  .  Richards ha vissuto intensamente il successo planetario  che riscuoteva con i Rolling Stones : pulsanti di vivide emozioni sono  i ricordi  dei primi  successi americani e l’esibizione al  Ryman Auditorium.

Nel 1964 a Chicago band inglese incise nel prestigioso studio di registrazione di Chicago  della Chess Recods, crocevia di  prestigiosi artisti internazionali .

Nonostante la vita di Keith  è stata  turbolenta e pieni di eccessi come ce lo ricorda divertito l’amico   Tony  Waits, la musica ha un grandissimo potere su di lui ,forse   ha l’anima di un cercatore e quindi dice di se stesso  “ Non sto invecchiando mi sto evolvendo”.

Paola Olivieri Alfinito

Non sto invecchiando è una frase del film.