Three Billboards Outside Ebbing, Missouri di Martin Mc Donagh Capolavoro a Venezia 74

Three Billboards Outside Ebbing, Missouri di Martin Mc Donagh
Capolavoro a Venezia 74

 

08/09/2017Martin McDonagh uno dei più grandi commediografi, sceneggiatori di origine britannica è sbarcato a Venezia 74 con una dark commedie di altissimo livello.
In essa viene raccontato il dramma di Mildred, una madre che cerca giustizia: sua figlia Angela è stata barbaramente uccisa, stuprata mentre stava morendo, ed infine bruciata.
Passano giorni ,mesi senza che le indagini non approdino a nulla , la donna furente ingaggia una lotta contro il mondo: cerca una giustizia al confine con la vendetta, prendendo di mira il capo della polizia William Willoughby (Woody Harrelson) .
Sfida le autorità affittando tre grandi cartelloni pubblicitari ,nei quali affiggere manifesti con messaggi provocatori che prendono di mira l’inconcludenza delle forze dell’ordine. «Stuprata mentre moriva», «Ancora nessun arresto?», «Come mai, Willoughby?» a queste urla di disperazione visibili in una strada poco frequentata la comunità di Ebbing ubicata nel sud del Missourisi si rivela crudele quasi indifferente.
Gli abitanti si coalizzano , le tendono rappresaglie fino a colpevolizzarla, la polizia addirittura si rivela repressiva .
In quel feroce j’accuse di Mildred rivolto allo sceriffo, si nasconde il complesso della donna che poteva impedire di far uscire di casa Angela: ma sarà lo sceriffo così da lei criminalizzato, che negli ultimi giorni di vita cambierà le carte in tavola con un gesto inaspettato.
Questo evento verrà frainteso dal vice di Willoughby , il poliziotto Dixon,un bamboccione omofobico, razzista che innescherà una spirale marcatamente aggressiva.
A Ebb ing l’atmosfera si fa sempre più rovente,tutto può accadere in quel luogo grottesco gravato dalla crisi economica , ogni delitto non è seguito da nessun castigo perchèvige la regola della giustizia sommaria.
Mildred ne è l’espressione piena ma come vedremo in corso d’opera serba una grande umanità.
. Man questa collettività assurda , appesantita dal razzismo è una delle poche a non perdere e comprendere il senso dell’umanità .
Il regista stila un capolavoro che si poggia su una sceneggiatura di ferro che trova piena corresponsione in una cast perfetto incastonato in perfette inquadrature intense quanto narranti.
Attraverso una agilità registica molto asciutta , il passaggio tra western thriller noir genera uno stile personalissimo capace di raccontare con occhi nuovi il più grande dramma che possa succedere ad una madre : LA MORTE DI UN FIGLIO.
Mentre il film scorre spedito tra dialoghi pungenti inframezzati da pugni e schiaffi focalizza la sua attenzione su uno strato di società timorosa, che non ha voce in capitolo ,vittima silenziose di coloro che si coalizzano con l’intolleranza. Mildred ruvidamente avversa questo stagnante stato di cose, ha un volto iconica ,è astuta , agisce come un cowboy la cui crescente rabbia causa un incendio nella stazione della polizia.In questa apocalisse che catalizza lo spettatore trascinandolo in unacomplessa America , gli assurdi quanto violenti avvenimenti si intrecciano ad una paradossale ironia che lascia spazio a chi incrocia come Dixon la redenzione dopo aver toccato il fondo.L’uomo rimanendo poco compassionevole insieme a Mildred cercando la vendetta , troveranno forse un altro sentiero lontano dalla spirale della violenza .Questo finale sembra correre verso la speranza? Chiama a sé una serie di infinite riflessioni.Paola Olivieri