Victoria & Abdul di Stephen Frears: Aspettiamoci solo il successo

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Data Uscita: 26 ottobre 2017.

Cast: Judi Dench, Eddie Izzard,Ali Fazal, Michael Gambon,Olivia Williams , Tim Pigott-Smith, Simon Callow,Fenella Woolgar,Julian Wadham, Ruth McCabe.    PAESE: USA, Gran Bretagna. Durata: 112 Min.    Distribuzione : Universal Pictures.

05/09/2017 – È una storia quasi vera quella tra la Regina Vittoria e l’indiano Abdul Karin, come avvertono le immagini iniziali… Ricostruita dal libro di Shrabani  Basu (presto in libreria per la Piemme), ha un taglio ironico, avvince nel suo incedere brillante e catalizza fin da subito lo spettatore attraverso l’arma della curiosità, sino a condurlo in accadimenti che scatenano accurate riflessioni.

Eravamo all’oscuro che negli ultimi anni del suo regno la leggendaria quanto dispotica Regina Vittoria avesse un consigliere spirituale indiano di fede mussulmana che chiamava Munshi, cioè Maestro: come si evince dal film “Victoria & Abdul”, fu da lei considerato come un figlio putativo, quasi membro della Casa Reale, lasciando incredula una corte colma di aristocratici sciocchi…

Il passaggio in Inghilterra di Abdul Karim fu cancellato dal figlio Edoardo (chiamato affettuosamente Berti dalla Regina Madre) che gli successe: ora rivive a pieno attraverso questo film visivamente affascinante che cesella i complessi cerimoniali di corte, con al centro una Regina scontrosa, annoiata dalla ritualità degli eventi che hanno accompagnato il suo lunghissimo regno durato 63 anni, dal 1837 al 1901.

Nonostante questo apparente dormiveglia regale, Vittoria non dimentica di essere un’imperatrice, il suo piglio autoritario le fa controbattere seccamente, senza appello, quei ministri e nobili che la funestano sempre con cattive notizie.

In questo deserto umano si fa largo Abdul Karim (Ali Fazal), scrivano di modeste origini che giunge nella fredda Inghilterra insieme ad un altro indiano, durante il Giubileo d’oro della Regina (Judi Dench) per consegnare una preziosa moneta da parte dell’imperatrice d’India.

Con toni realistici, il regista Frears filtra ed incastona i legami  amorosi in situazioni impossibili ed in questo caso  fotografa  attimo per attimo l’incontro tra Abdul e la regina Vittoria: entrambi, violando il protocollo, incrociano i  loro sguardi, ed il giovane quanto  bellissimo indiano inchinandosi le bacia i piedi.  Questa ventata di spontaneità fa scoccare un delicato bagliore emozionale, che si tramuterà per entrambi in affettuosa amicizia. Non poteva essere altro…

L’inatteso legame scatenerà le ire e gelosie di una corte petulante che vive in una gabbia dorata: i racconti esotici, le filosofie concilianti possono far guardare il mondo alla regina con occhi diversi… occhi sensibili. Sono scomodi ?

Il regista, confezionando un film godibilissimo, senza sbavature, con al centro una vicenda che a tratti commuove, gioca da vero maestro, tesse un grande tappeto nel quale i filamenti del potere si incrociano con quelli della solitudine, appesantita dalla presenza di uomini o donne  affascinati solo dai piccoli  giochi di potere. Frears puntualizza gli assurdi meccanismi del potere che cannibalizzano senza esclusione di colpi le emozioni, fino a farle soggiacere .

E chiaro che in questa tela ideale c’è l’invito alla spiritualità volta ad un’integrazione, a dispetto di una maggioranza che, coalizzandosi con l’intolleranza e la discriminazione, soffoca il futuro.