74 esima Edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

I vincitori della 74esima Edizione del Festival di Venezia (30 agosto al 9 settembre 2017).

09/09/2017Questo Festival accolto nella splendida cornice lagunare suscita sempre grande emozioni in quanto si coniuga in esso un alto livello culturale ed il glamour : vanta origini antiche perchè  la prima edizione   si tenne  tra il 6 e il 21 agosto 1932 . E’ unanimemente considerato come una delle manifestazioni cinematografiche più prestigiose del mondo insieme a Cannes ed a Berlino .

Da qualche anno si sta rivelando  una tappa significativa verso la corsa agli Oscar.

Il bellissimo “Birdman”  che ha aperto la 71 esima Edizione del Festival di Venezia ( 2014) e “Il Caso Spotlight”  presentato Fuori concorso alla 72esima (2015) si sono entrambi aggiudicati entrambi  gli Oscar: senza dimenticare le grandi anteprime mondiali seguiti da veri successi di pubblico e di critica come” La La Land “ ” Arrival “  “Jackie” “ Animali notturni” e alcuni episodi di “ The Young Pope “.

Il livello della 74esima è stato alto capace di soddisfare i palati più fini ,notevole è stato affluenza di pubblico .

Questo anno la giuria della sezione ufficiale   della 74esima Edizione del Festival è stata composta da    Annette Bening, dalla regista  sceneggiatrice rumena Ildikó Enyedi, dal regista messicano Michel Franco, il regista Edgar Wright, il regista cinese Yonfan, il critico cinematografico David Stratton, e le attrici Rebecca Hall, Anna Mouglalis e Jasmine Trinca. Padrino l’attore Alessandro Borghi.

Il 17 luglio sono stati assegnati dalla Biennale Sono stati assegnati due  Leoni alla carriera a due grandi Star  Jane Fonda e a Robert Redford protagonisti del film fuori concorso  “Le nostre anime di notte” proiettato prima dell’assegnazione.

Al  regista Stephen Frears è stato assegnato   il Premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker ,invece ad Andrea Guerra il premio Soundtrack Star 2017..

 

Ecco i premi della 74esima Edizione del Festival di Venezia .

Leone d’oro per il miglior film: The Shape of Water di Guillermo del Toro

Gran premio della giuria: Foxtrot di Samuel Maoz

Leone d’argento per la miglior regia: Xavier Legrand per Jusqu’à la gard

Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile: Charlotte Rampling per Hannah

Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile: Kamel El Basha per L’insulte

Miglior sceneggiatura: Martin McDonagh per Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Premio Marcello Mastroianni (a un attore emergente): Charlie Plummer per Lean on Pete

Premio speciale della giuria: Sweet Country di Warwick Thornthon

Miglior film della sezione Orizzonti: Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli

Premio Leone del futuro per la miglior opera prima: Jusqu’à la garde di Xavier Legrand

Miglior storia in realtà virtuale (a Bloodless)

Miglior esperienza in realtà virtuale(a La camera insabbiata

a Miglior realtà virtuale  a Arden’s Wake .

Il Premio Venezia Classici per il Miglior documentario è stato assegnato per Il film The Prince and the Dybbuk .

Miglior film restaurato è andato a Idi Smotri.

Miglior cortometraggio è andato a Gros Chagrin.

Miglior attrice della sezione orizzonti a Lyna Khoudri

Miglior regia della sezione Orizzonti l’ha vinto Vahid Jalilvand per il film Bedoune Tarikh Bedoune Emza.

La prima edizione della  Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica ebbe luogo.

Paola Olivieri

Bianca Balti nel red carpet inaugurale

01/09/2017.Sempre bellissima la supermodella  Bianca Balti e questa volta sofisticata più che mai  mentre sfila con un abito di cady con bellissimo kimono bianco per il Red Carpet di apertura.

 

Bianca Balti ph Michele Alfinito

Dopo il successo su “Fortunata” ora Jasmine  giurata a Festival.

L’attrice romana pluripemiata ,reduce dal Festival di Cannes ove con il film Fortunata di Sergio Castellitto si è aggiudicata il premio Miglior Attrice Un Certain Regard ora appare in splendida forma ,una icona glamour avvolta in un abito bianco.

Jasmine Trinca ph Michele alfinito

The Devil and Father Amorth  William Friedkin  è stato  presentato nella sezione Fuori Concorso,

 

La grande  attrice britannica Charlotte Rampling a Venezia ambita dai più grandi registi a Venezia per la presentazione in anteprima mondiale del  film “Hannah” del giovane talento  Andrea Pallaoro.

Vincitrice della Coppa Volpi per la migliore attrice a Venezia 2017.

 

Charlotte Rampling ph Michele Alfinito

Charlotte Rampling ph Michele Alfinito

Charlotte Rampling ph Michele Alfinito

 

 

Adèle Exarchopoulos è la protaginista del film  ” Le Fidèle” ( Fuoriconcorso) di M. Roskam insieme a Matthias Schoenaerts .Il film già stato selezionato dalla Francia per l’Oscar comen Miglior film straniero.

L’attrice interpreta una pilota di auto che si innamora pazzamente di Gigi un gangstar di Bruxelles.

 

 

Charlotte Rampling ph Michele Alfinito

 

 

The Shape of water” aspettiamoci solo premi…

Sally Hawkins ph Michele Alfinito

REGIA: Guillermo del Toro

Cast: Michael Shannon, Richard Jenkins, Michael Stuhlbarg, Octavia Spnecer, Doug Jones, Sally Hawkins, Lauren Lee Smith, John Kapelos, David Hawlett, Nick Searcy, Morgan Kelly. USA.  Distribuzione: 20th Century Fox.

02/09/2017 – Guillermo del Toro, in splendida forma artistica, firma “The Shape of Water” (La forma dell’acqua), trascinando lo spettatore in un potente universo fiabesco dalle avvolgenti atmosfere acquatiche, pervaso inaspettatamente di un delicato erotismo. Il film, che si è aggiudicato il “Leone d’oro” a Venezia, è ambientato nel 1962, anno della morte di Kennedy, di lotte razziali, della nevrotica corsa verso lo spazio. Il regista però colloca la protagonista Eliza (Sally Hawkins) in una dimensione quasi irreale: è un’addetta alle pulizie di un segreto laboratorio governativo ed essendo muta vive un’esistenza solitaria, ovattata, senza alcun momento di vivacità.

Questo stato di cose non le ha però congelato il suo lato emozionale, anzi, vive amicizie con donne e uomini emarginati quanto lei. In un continuo susseguirsi di immagini di grande impatto, straboccanti di tonalità sature, appare Il suo vicino di casa, un illustratore gay timidissimo (Richard Jenkins), che non ritroverà mai più un lavoro e con il quale condivide la nostalgia per il vecchio musical.  L’ironica Zelda (Octavia Spencer), indulgente compagna di lavoro che ama suo marito nonostante non dialoghino più, entra in combutta con loro, così come una disobbediente spia russa.

Un evento improvviso cambia l’esistenza di Eliza: viene portato in laboratorio, dentro un enorme compressore, un umanoide pieno di squame che ricorda un animale preistorico a cui non viene dato nessun nome. E’ una dimenticanza? Con Guillermo del Toro niente è affidato al caso, interpella il nostro inconscio attraverso la sua visionarietà senza confine.

La fantasia prende vita e la donna, avvicinandosi gradualmente alla vasca colma di acqua dove è stato collocato l’anfibio, instaura giorno dopo giorno un segreto rapporto di complicità: la sua purezza di intenti crea un ponte con quell’essere considerato temibile da chi ormai non ha più voglia di guardare il cielo stellato.

Per Eliza questo è il miracolo, qualcuno la guarda con gli occhi dell’amore ma, come vedremo, la fiabesca evoluzione, tra l’altro perfettamente cesellata, chiamerà a sé gli amici di Lisa in una singolare battaglia. “Non siamo niente, se non facciamo niente” dice Eliza contro il potere capace di obbedire solo alla ragione dominante abbracciando certezze prefabbricate. E’ il carceriere dell’anfibio (Michael Shannon) la materializzazione di questo potere, pronto anche ad azioni efferate.

Se da un lato questa fiaba sottolinea quanto l’uomo sia capace di essere sublime e al tempo stesso perverso, dall’altro ci travolge in un delicato romanticismo, facendoci battere il cuore in gola e lanciandoci quel salvagente che è l’elogio alla diversità.

Il film, stringendosi in un sogno d’amore passionale, ci fa desiderare di scendere e volteggiare negli abissi marini con i nostri protagonisti: è in quella bolla amniotica che la speranza trionfa, al riparo dal cinismo imperante capace solo di sporcare la grande bellezza della vita.

Guillermo del Toro fa centro, questa volta ci fa rabbrividire di emozione, perché in quell’immaginario visivamente a volte a tinte fosche c’è un inno alla vita e alla fantasia.

 

 

Victoria & Abdul di  Stephen Frears:  Aspettiamoci solo il successo.

 

Data Uscita: 26 ottobre 2017.

Cast: Judi Dench, Eddie Izzard,Ali Fazal, Michael Gambon,Olivia Williams , Tim Pigott-Smith, Simon Callow,Fenella Woolgar,Julian Wadham, Ruth McCabe.    PAESE: USA, Gran Bretagna. Durata: 112 Min.    Distribuzione : Universal Pictures.

05/09/2017 – È una storia quasi vera quella tra la Regina Vittoria e l’indiano Abdul Karin, come avvertono le immagini iniziali… Ricostruita dal libro di Shrabani  Basu (presto in libreria per la Piemme), ha un taglio ironico, avvince nel suo incedere brillante e catalizza fin da subito lo spettatore attraverso l’arma della curiosità, sino a condurlo in accadimenti che scatenano accurate riflessioni.

Eravamo all’oscuro che negli ultimi anni del suo regno la leggendaria quanto dispotica Regina Vittoria avesse un consigliere spirituale indiano di fede mussulmana che chiamava Munshi, cioè Maestro: come si evince dal film “Victoria & Abdul”, fu da lei considerato come un figlio putativo, quasi membro della Casa Reale, lasciando incredula una corte colma di aristocratici sciocchi…

Il passaggio in Inghilterra di Abdul Karim fu cancellato dal figlio Edoardo (chiamato affettuosamente Berti dalla Regina Madre) che gli successe: ora rivive a pieno attraverso questo film visivamente affascinante che cesella i complessi cerimoniali di corte, con al centro una Regina scontrosa, annoiata dalla ritualità degli eventi che hanno accompagnato il suo lunghissimo regno durato 63 anni, dal 1837 al 1901.

Nonostante questo apparente dormiveglia regale, Vittoria non dimentica di essere un’imperatrice, il suo piglio autoritario le fa controbattere seccamente, senza appello, quei ministri e nobili che la funestano sempre con cattive notizie.

In questo deserto umano si fa largo Abdul Karim (Ali Fazal), scrivano di modeste origini che giunge nella fredda Inghilterra insieme ad un altro indiano, durante il Giubileo d’oro della Regina (Judi Dench) per consegnare una preziosa moneta da parte dell’imperatrice d’India.

Con toni realistici, il regista Frears filtra ed incastona i legami  amorosi in situazioni impossibili ed in questo caso  fotografa  attimo per attimo l’incontro tra Abdul e la regina Vittoria: entrambi, violando il protocollo, incrociano i  loro sguardi, ed il giovane quanto  bellissimo indiano inchinandosi le bacia i piedi.  Questa ventata di spontaneità fa scoccare un delicato bagliore emozionale, che si tramuterà per entrambi in affettuosa amicizia. Non poteva essere altro…

L’inatteso legame scatenerà le ire e gelosie di una corte petulante che vive in una gabbia dorata: i racconti esotici, le filosofie concilianti possono far guardare il mondo alla regina con occhi diversi… occhi sensibili. Sono scomodi ?

Il regista, confezionando un film godibilissimo, senza sbavature, con al centro una vicenda che a tratti commuove, gioca da vero maestro, tesse un grande tappeto nel quale i filamenti del potere si incrociano con quelli della solitudine, appesantita dalla presenza di uomini o donne  affascinati solo dai piccoli  giochi di potere. Frears puntualizza gli assurdi meccanismi del potere che cannibalizzano senza esclusione di colpi le emozioni, fino a farle soggiacere .

E chiaro che in questa tela ideale c’è l’invito alla spiritualità volta ad un’integrazione, a dispetto di una maggioranza che, coalizzandosi con l’intolleranza e la discriminazione, soffoca il futuro.

 

THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING. MISSOURI: Capolavoro a Venezia 74

Regia: Martin Mc Donagh

 

08/09/2017- Martin McDonagh, uno dei più grandi commediografi, sceneggiatori di origine britannica, è sbarcato a Venezia 74 con una dark commedie di altissimo livello. In essa viene raccontato il dramma di Mildred, una madre che cerca giustizia: sua figlia Angela è stata barbaramente uccisa, stuprata mentre stava morendo, ed infine bruciata.

Passano giorni, mesi senza che le indagini approdino a nulla, la donna furente ingaggia una lotta contro il mondo: cerca una giustizia al confine con la vendetta, prendendo di mira il capo della polizia William Willoughby (Woody Harrelson). Sfida le autorità affittando tre grandi cartelloni pubblicitari, nei quali affiggere manifesti con messaggi provocatori sull’inconcludenza delle forze dell’ordine.

«Stuprata mentre moriva», «Ancora nessun arresto?», «Come mai, Willoughby?»: a queste urla di disperazione visibili in una strada poco frequentata, la comunità di Ebbing, nel sud del Missouri, si rivela crudele, quasi indifferente.

Gli abitanti si coalizzano, le tendono rappresaglie fino a colpevolizzarla, la polizia addirittura diventa repressiva nei suoi confronti.

In quel feroce “j’accuse” di Mildred rivolto allo sceriffo, si nasconde il rimorso della donna per non aver impedito alla figlia di uscire di casa: ma sarà lo sceriffo, da lei così criminalizzato, a cambiare negli ultimi giorni di vita le carte in tavola con un gesto inaspettato.

Questo evento verrà frainteso dal vice di Willoughby, il poliziotto Dixon, bamboccione omofobico, razzista, che innescherà una spirale marcatamente aggressiva.

A Ebbing l’atmosfera si fa sempre più rovente, tutto può accadere in quel luogo grottesco gravato dalla crisi economica, ogni delitto non è seguito da alcun castigo perché vige la regola della giustizia sommaria.

Mildred ne è l’espressione piena ma, come vedremo in corso d’opera, serba una grande umanità.

Il regista stila un capolavoro che si poggia su una sceneggiatura di ferro trovando piena corresponsione in un cast perfetto, incastonato in altrettanto perfette inquadrature, intense quanto narranti.

Attraverso un’agilità registica molto asciutta, il passaggio tra western, thriller e noir genera uno stile personalissimo, capace di raccontare con occhi nuovi il più grande dramma che possa succedere ad una madre: la morte di un figlio.

Mentre il film scorre spedito tra dialoghi pungenti inframezzati da pugni e schiaffi, focalizza la sua attenzione su uno strato di società timorosa, che non ha voce in capitolo, vittima silenziosa di quanti si coalizzano con l’intolleranza. Mildred ruvidamente avversa questo stagnante stato di cose, ha un volto  iconico, è astuta, agisce come un cowboy la cui crescente rabbia causa un incendio nella stazione della polizia. Gli assurdi quanto violenti avvenimenti si intrecciano con una paradossale ironia che lascia spazio a chi, come Dixon, incrocia la redenzione dopo aver toccato il fondo. L’uomo, rimanendo poco compassionevole, cerca insieme a Mildred la vendetta, trovando forse un altro sentiero lontano dalla spirale della violenza. Questo finale sembra correre verso la speranza? Chiama a sé una serie di infinite riflessioni.

Paola Olivieri

AMMORE E MALAVITA DATA USCITA

Raiz ph Michele Alfinito

05 ottobre 2017

Regia : Marco Manetti, Antonio Manetti

Cast composto : Carlo Buccirosso, Claudia Gerini, Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Raiz, Franco Ricciardi, Antonio Buonomo.: Italia.

09/09/2017 – “Ammore e malavita” è una brillante commedia musicale capace di offrire uno scoppiettante spaccato di napoletanità che riflette lo spirito intelligente dei registi Marco e Antonio Manetti. I due raccontano una vicenda romantica, attraverso l’intreccio di generi musicali che si contaminano e trovano piena corresponsione nel dialetto stretto. Questa lingua capace di legare parola ed emozione, funge da bagaglio culturale tra passato e presente, mantenendo il suo carattere di immediatezza e trasmettendo al pubblico quel crogiolo di emozioni che permea la vita del tenebroso Ciro (Giampaolo Morelli), sicario della camorra. Egli si troverà faccia a faccia con il suo passato mai dimenticato.

Ciro, temuto per la sua spietatezza, è in combutta con Rosario (Raiz) alle dipendenze di Don Vicenzo Strozzalone (Carlo Buccirosso) e dell’astuta moglie di quest’ultimo, Donna Maria (Claudia Gerini). Femme fatal, troppo appassionata di trame cinematografiche a lieto fine, e per questo portatrice di guai.

Ciro deve uccidere Fatima (Serena Rossi), infermiera che ha visto troppo. Ma la ragazza non andrà incontro alla morte perché l’amore fa miracoli… La vicenda cambia infatti prospettiva perché l’ardore tra i due si riaccende più forte che mai e la canzone “What a Feeling” di Flashdance, intonata da Fatima in dialetto napoletano, li travolgerà in un insolito destino tra colpi di pistola, sangue, antichi vicoli ed il bellissimo golfo.

Sebbene il regista non si dimentichi dello spirito della commedia romantica, il film è infiorettato di situazioni divertenti, a volte gag macchiettistiche risucchiate da una action movie figlia della cinefilia americana.

Mentre la ditta Manetti ci avvince e diverte con il suo film, i registi non dimenticano di omaggiare la sceneggiata napoletana: tra numeri musicali ben coreografati e dialoghi parlati e ben ritmati, tutto sfocia in una Napoli piena di emozioni e coloratissima. Persino l’esperienza di uno scippo vissuto a Scampia da una turista americana, sarà da questa considerato indimenticabile. Un cast in pieno stato di grazia, ci diverte e sembra divertirsi grazie a due registi unici.

Paola Olivieri.

 

Grandi Emozioni per il film ” Ella&John” -The leisure seeker” di Virzì interpretato dalla coppia Mirren Sutherland

 

Se il film ” La pazza gioia” interpretato da Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti ci aveva commosso e fatto riflettere,il regista  tpscano  si reca in America e regala al suo pubblico il ritratto di un legame d’amore che vive gli ultimi sprazzi   on the road su un vecchio camper di Famiglia .

Ella (Helen Mirren ) è affetta da  cancro nella fase terminale  mentre John ( Donald Sutherland) vive i primi cedimenti dell’ Alzheimer.

Micaela Ramazzotti star che infiamma il red Carpet.

 

La bellissima attrice è potagonista del film  in concorso ” La famiglia ” di Sebastiano Riso nel quale viene affrontato il problema delle adozioni e come il desiderio di un figlio possa condurre ad intraprendere nuovi vie. Il film è prodotto da Indiana e Rai Cinema.

 

 

Penelope Cruz e Javier Barden in coppia anche nel Film Loving Pablo( sezione Fuori consorso) firmato da Fernando Leòn de Aranoa. Tratto dal romanzo Loving Pablo ,Hating Escobar di Virgina Vallejo.

 

Javier Barden e Penelope Cruz ph Michele Alfinito

Il bellissimo film racconta l’intreccio amoroso tra il temuto Pablo Escobar e la famosa gionalista della Colombia Virginia Vallejo.

 

Matt Damon e Luciana Barroso sul red Carpet

 

Luciana Barroso e Matt Damon ph Michele Alfinito.

Matt Damon è protagonista del film di apertura della Mostra ( in concorso) intitolato ” Downsizing “di  Alexander Payne  ( autore di Nebraska e Paradiso amaro). La star amaricana è protagonista di ” Suburbicon” di George Clooney.

La splendida supermodella  Eva Riccobono in abito lungo . E’ stata madrina del Festival per la 70esima Edizione conducendo le serate di apertura e chiusura.

 

Eva Riccobono  ph Michele Alfinito.

Suburbicon firmato da George Clooney

George Clooney ph Michele Alfinito

03/09/2017 – Suburbicon, firmato da George Clooney, è sceneggiato dai due brillanti fratelli Coen ed interpretato da Julienne Moore e Matt Damon.

E’ ambientato negli anni 60, in una America perbenista, precisamente nell’idilliaca Suburbicon, piccola comunità gioiello di efficienza, abitata da una middle classe bianca, falsamente pacifica, che dietro i sorrisi  nasconde un forte razzismo.

Qui abita la rispettabile famiglia di Gardner Lodge, che subisce un’aggressione notturna da dei balordi: purtroppo, per una dose eccessiva di cloroformio, muore solo Rose, la paralitica moglie di Gardner.

Dopo l’accaduto l’uomo, il figlio Nicky (Noah Jupe) e sua cognata Margaret (Julianne Moore), gemella omozigota di Rose devono iniziare un nuovo percorso di vita.

Mentre tutta la comunità, incredula per l’accaduto, si stringe a questo nucleo familiare distrutto, si addensano nuvole di sospetti sulla famiglia afroamericana dei Meyers, da poco trasferitasi nella cittadina: il crescente malcontento verso questa presenza inaspettata, coalizzandosi con il fanatismo razziale, erigerà muri di divisione ai confini della loro abitazione.

La conflittualità assumerà una dimensione talmente apocalittica da sfociare in uno scontro violento, dove appare una comunità  incurante e  incapace di comprendere la spirale perversa di Gardner che furbescamente avvia un nuovo menage con  Margaret. Amarezza per il sogno americano che disgregandosi  cede alla frode assicurativa ed alla donna fatale portatrice di guai, che a sua volta intrappola un astuto quanto avido agente assicurativo.

Sono solo gli  occhi sinceri di Niki, l’unico a giocare con il bambino di colore, che simboleggiando la   purezza in quella comunità così  ambigua e classista coglie  la verità, fiutando  le strane coincidenze che sono dietro la morte della madre.

E’ a questo punto che la vicenda si complica  e prende il via il noir hollywoodiano stile anni 40, vestito di sarcasmo e di un effetto suspense capace di turbare: è chiara l’inconfondibile mano dei fratelli Coen, che si intreccia alle  graffianti denunce politico-sociali abilmente agganciate ai perversi meccanismi  di  Gardner Lodge.

Soluzioni efferate attenderanno chi ha osato tradire ed ingannare, nessuna speranza per gli abitanti di Suburbicon, il futuro è in mano ai due ragazzi che giocano travalicando gli steccati.

Paola Olivieri

 

 

Paola Olivieri Alessandro Gallo